Teatro di Cestello

“LA TANCIA” A CORTE

Teatro di Cestello 10 gennaio 1999

Cenacolo delle Follie presenta:

“LA TANCIA” A CORTE

libero adattamento drammaturgico di Oreste Pelagatti

da “La Tancia” di Michelangelo Buonarroti il giovane

con:

Nicolas Gheri, Lucia Gheri, Andrea Giorgi, Rosanna Susini, Franco Rossi, Adriana Secci, Sergio Risso, Tatiana Amodei, Anna Giunti, Remo Masini, Antonio Susini, Rita Iacone, Manuelita Baylon, Mario Martelli, Gianluca Ciampolini, Lorenzo Degl’innocenti, Angela Tozzi, Maria Carmen Bandiera, Cristiano Ricci.

Scene: Marcello Ancillotti

Costumi: Gabriella Frandi

Regia: Oreste Pelagatti

video riprese: Il gobbo e la giraffa

Primo esempio del filone che esalta i valori agresti è “la Tancia” di Michelangelo Buonarroti il giovane (1568-1642). Fu rappresentata per la prima volta il 25 maggio 1611 davanti al Duca Cosimo II dei Medici.
È una “commedia rusticale”, in ottave, in 5 atti, sugli amori contrastati di Cecco con Tancia, giovani del contado, affiancati da un’altra coppia: Ciapino e Cosa. Quando Tancia sta per andare sposa del cittadino Pietro e il padre di lei Giovanni si compiace di crescer in grado, giunge notizia che Cecco e Ciapino si sono gettati in un precipizio per disperazione. L’arresto di Pietro, perché la famiglia si oppone al matrimonio con una non sua pari, e l’incolumità dei due giovani risolvono felicemente la favola.
La favola corre con brio e scioltezza di forme, nel solco della tradizione che dal Boccaccio e dal Magnifico arriva fino all’Aminta e al Pastor fido; il linguaggio è ricco e colorito, con accentuata intonazione idillico-burlesca. Ne risulta il lavoro migliore e più congeniale del Buonarroti, quanto mai rappresentativo dell’ambiente fiorentino del primo ‘600, accademico e linguaiolo, compassato e motteggiatore.
L’adattamento di Oreste Pelagatti, in prima al Teatro di Cestello e replicata per molte sere nella rassegna “Notti medicee” del Comune di Firenze nell’estate del 1999, colloca “La Tancia” in un’operazione di “metateatro”, mettendo in scena anche la corte Medicea che assiste alla rappresentazione dell’opera del Buonarroti nel Teatro di corte.