Nella terza giornata della trilogia della Villeggiatura, Goldoni consolida l’immagine di una borghesia che privilegia l’apparire all’essere, come lo sposarsi per esigenze di ceto principale e il ravvedimento generale dalle pazzie delle vacanze. Scrisse Goldoni nella prefazione per l’edizione a stampa: “Egli è vero che alla fine della seconda “giornata” questa terza è promessa, ed ho lasciato ad arte qualche cosa indecisa per continuare il soggetto nella seguente; ma con dieci righe di più si poteva nella seconda terminare l’azione perfettamente. Ho voluto lasciarmi libero il campo per una terza Commedia, la quale servisse come di conclusione alle due precedenti, per provare la follia delle smoderate villeggiature”